Presentazione documenti rivolti all’assemblea
Come associazioni che hanno lanciato la proposta e che hanno preparato l’Assemblea Nazionale di domenica 7 luglio presentiamo i due documenti conclusivi che verranno sottoposti ai partecipanti domenica prossima.
Essi sono il frutto di un intenso lavoro che ci ha visto convergere su alcuni punti che consideriamo centrali e ci uniscono, lasciando aperta la discussione su altre proposte interessanti, che tuttavia richiedono un approfondimento.
E’ in questo spirito di unirci su alcuni punti semplici, che possano aiutare a mobilitazione e l’unità a crescere, lasciando aperta la discussione su altre proposte, che ve li presentiamo.
Troverete quindi:
- la proposta di Dichiarazione conclusiva, che lancia l’invito a costituire dappertutto Comitati di scopo che organizzino iniziative sui territori nel prossimo periodo, fissando un nuovo incontro nazionale a fine settembre;
- un Appello che si rivolge a tutti i sindacati perché organizzino nel più breve tempo possibile una manifestazione nazionale a Roma per il ritiro dell’Autonomia differenziata, portando nella capitale centinaia di migliaia di persone.
Visto il carattere dell’assemblea, la sua composizione e i suoi tempi, dopo il dibattito proporremo a tutti i partecipanti che lo vorranno di sottoscrivere questi documenti a titolo personale e/o dei soggetti aderenti, seguendo il metodo delle adesioni che abbiamo utilizzato fin qui.
Le associazioni promotrici dell’Assemblea
1) DICHIARAZIONE CONCLUSIVA dell’Assemblea Nazionale per il ritiro
di qualunque AUTONOMIA DIFFERENZIATA – Roma, 7 luglio 2019
L’unità della Repubblica è oggi in pericolo, rimessa in causa dalle richieste di “autonomia differenziata” che alcune Regioni hanno presentato.
Non è la prima volta, negli ultimi vent’anni, che ci troviamo di fronte a proposte che vanno nel senso della “devoluzione”, dell’ “autonomia”, del “decentramento”. Tuttavia, specialmente grazie alla reazione della popolazione, in particolare con il referendum sulla “devolution” del giugno 2006, queste proposte non si sono mai realizzate pienamente. Oggi invece ci troviamo di fronte ad un pericolo concreto, imminente: il governo intende dar seguito alle richieste delle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna che pretendono di applicare la riforma del Titolo V della Costituzione per andare verso una vera e propria regionalizzazione, che di fatto si configura come l’attacco più insidioso e indiretto all’unità del Paese finora perseguito.
Le bozze di Intesa Stato-Regioni circolate e pubblicate nei mesi scorsi prevedono infatti che tutta una serie di materie che vanno dall’istruzione alla sanità, dall’ambiente alle infrastrutture, dal lavoro ai contratti, dalla ricerca scientifica ai beni culturali, dai servizi fino a giungere addirittura ai rapporti internazionali e con l’UE passino alle Regioni.
Dietro queste Regioni, altre si candidano fin d’ora ad intraprendere la stessa strada (Piemonte, Friuli, Umbria, Basilicata…), in una corsa alla divisione che innescherebbe un processo pericoloso, dal quale sarebbe molto difficile tornare indietro, con conseguenze che possono diventare tragiche.
Il pericolo per l’unità della Repubblica è evidente.
Essa non è infatti un concetto astratto, né un’acquisizione storica al riparo da ogni pericolo. Al contrario, l’unità del Paese e della Repubblica si fonda sulle leggi uguali per tutti i cittadini, sui contratti nazionali, sulle infrastrutture nazionali, sul sistema di tassazione nazionale, sull’uguaglianza dell’accesso ai servizi pubblici, alla sanità, alle pensioni, alla sicurezza sul lavoro.
In
questo senso, l’autonomia differenziata liquida definitivamente tutto ciò che
tiene unito il Paese ed è finalizzato all’interesse generale. Principi e
diritti sociali previsti nella I^ parte della Costituzione di fatto verrebbero
annullati.
E se questo porterebbe subito a far sprofondare le Regioni del sud (alienate dalla perequazione e colpite dalla clausola che l’operazione dovrà essere portata avanti “senza oneri aggiuntivi” per lo Stato: a costo zero si abbatteranno uguaglianza, solidarietà, democrazia e l’unità stessa della Repubblica), nondimeno colpirebbe i cittadini del nord. Nella nostra assemblea abbiamo potuto constatare ciò che avevamo già cominciato ad analizzare nei mesi scorsi: tutti sarebbero colpiti attraverso la rimessa in causa dei contratti nazionali, dei servizi, dell’accesso agli stessi diritti.
L’assemblea rivolge dunque un appello a tutte le forze politiche, sociali, democratiche del Paese per una forte azione unitaria per fermare il percorso dell’Autonomia differenziata. In particolare, lancia un appello a tutti i sindacati per una grande manifestazione unitaria che porti a Roma, nel più breve tempo possibile, centinaia di migliaia di cittadini, per il “ritiro di qualunque progetto di autonomia differenziata”.
Si impegna nella costituzione di Comitati locali di scopo per il ritiro di ogni forma di Autonomia differenziata, che facciano crescere la consapevolezza del pericolo di ogni provvedimento che mini alle fondamenta la prima parte della Costituzione repubblicana, i diritti universali e le conquiste dei lavoratori.
Si impegna a diffondere e a far sottoscrivere queste considerazioni conclusive anche ai gruppi, alle Associazioni, ai Coordinamenti ed ai singoli che oggi non hanno potuto essere presenti.
Si riconvoca il 29 settembre per la continuazione della mobilitazione.
Le adesioni al presente documento e le informazioni sulle iniziative che verranno organizzate dai Comitati di scopo possono essere inviate a: info@lipscuola.it, manifestodei500@gmail.com,
I seguenti siti si impegnano a svolgere azioni di coordinamento, sostegno, pubblicizzazione e diffusione delle iniziative: http://manifestodei500.altervista.org, http://lipscuola.it/blog/
2) Ai dirigenti nazionali di tutti i sindacati
Venuti da molte province italiane, dal nord al sud dell’Italia, in rappresentanza di ben 120 associazioni e comitati o a titolo personale, profondamente preoccupati per il processo di divisione del Paese che il governo intende portare a termine con l’Autonomia differenziata, ci siamo riuniti oggi, 7 luglio 2019, in Assemblea Nazionale a Roma.
Di fronte al pericolo che incombe, ci rivolgiamo a voi perché rappresentate la più grande forza sociale del nostro Paese in grado di fermare il progetto del governo: è urgente che organizziate subito, nel più breve tempo possibile, una grande manifestazione nazionale per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, per la difesa dell’unità della Repubblica, che porti a Roma centinaia di migliaia di persone da tutto il Paese.
La presenza di tante associazioni, lavoratori, cittadini di settori e origini diversi dimostra in modo chiarissimo che il processo in corso preoccupa tutti, colpisce tutti, mira a distruggere le conquiste di tutti. E dunque anche la necessità e la volontà di battersi in maniera forte, unitaria e determinata per fermare questo attacco alla Repubblica e a tutto ciò che la fonda, dai servizi pubblici ai contratti nazionali, dalla scuola e dalla cultura alla sanità e al diritto alla salute, da un unico sistema fiscale solidale alla legislazione sui temi delle infrastrutture, dell’ambiente, della politica economica.
La nostra assemblea l’ha definito in modo chiaro: se è vero che l’Autonomia differenziata porterebbe subito a far sprofondare le Regioni del Sud (alienate dalla perequazione e colpite dalla clausola che l’operazione dovrà essere portata avanti “senza oneri aggiuntivi” per lo Stato: a costo zero si abbatteranno uguaglianza, solidarietà, democrazia e l’unità stessa della Repubblica), nondimeno attaccherebbe i cittadini del Nord, perché tutti sarebbero colpiti attraverso la rimessa in causa dell’accesso agli stessi diritti, dei servizi, dei contratti nazionali.
D’altra parte, chi può pensare che la privatizzazione-liquidazione finale della sanità pubblica riguardi solo i medici o gli infermieri, che la regionalizzazione della scuola sia un problema solo degli insegnanti e degli studenti, che la fine dei contratti nazionali non porti conseguenze disastrose sul livello di vita di ogni lavoratore e cittadino? Chi può pensare di salvarsi da solo?
No, tutti saremmo colpiti, tutti dobbiamo essere pronti a mobilitarci.
“Divide et impera” è un motto che tutti conoscono: mai come oggi è attuale, perché l’Autonomia differenziata ha un unico scopo, quello di frantumare le conquiste e i diritti di tutti. Per farlo, è necessario confinare ciascuno nella propria asfittica realtà locale, parcellizzare, creare ostilità e rancore; allontanare, segmentare, isolare sempre più – e in nome del particolarismo, del localismo – tante piccole identità contrapposte, alienate definitivamente dal senso alto della partecipazione e della solidarietà.
Al “divide et impera”, da sempre, i lavoratori e i movimenti dei democratici hanno opposto una sola arma per vincere: quella dell’unità.
Certo, la propaganda ha teso le sue trappole. Ma appena i lavoratori e i cittadini vengono informati di ciò che si prepara realmente, la cortina di fumo cade e la realtà allarma tutti.
I sindacati sono doppiamente coinvolti da questo processo: da un lato, perché è la loro stessa esistenza su un piano nazionale ad essere messa in causa. Dall’altro, perché la forza che possono mettere in campo consegna loro la responsabilità più grande per fermare il processo in corso.
Per questo, ci indirizziamo a voi: non c’è un minuto da perdere, lanciate tutti insieme l’appello per portare centinaia di migliaia di persone in manifestazione a Roma, nell’unità di tutte le sigle, per il ritiro dell’Autonomia differenziata.
Ne siamo certi: la risposta sarà migliaia di volte superiore a quella di oggi e il governo dovrà fermarsi.
Materiali aggiuntivi arrivati dalle associazioni
Comunicato del CDC di Firenze (clicca sul Link)
Bari per l’unità della Repubblica, contro l’autonomia differenziata (clicca sul Link)
Contributo da La Città Futura sull’autonomia differenziata (clicca sul Link)
Contributo de La Sinistra (clicca sul Link)
Contributo di POSSIBILE (clicca sul Link)
Contributo del Partito del Sud (clicca sul Link)
Intervento di Osvaldo Roman (clicca sul Link)