L’invito è di leggere integralmente la Legge per farsi una propria idea e soprattutto perché è bellissima, ha un linguaggio chiaro, comprensibile, rispettoso delle differenze di genere e depurato da ogni approccio aziendalista.
Principi: la Legge di Iniziativa Popolare ha come riferimento potente e portante la nostra Carta Costituzionale (artt 3, 9, 33 e 34 della Carta): la scuola deve essere plurale, laica, ed inclusiva, finalizzata alla valorizzazione della persona, alla rimozione degli ostacoli economici, sociali, culturali e di genere che limitano libertà e uguaglianza.
Si fonda sulla libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione quale principio imprescindibile di garanzia dell’interesse generale.
È democratica: garantisce la partecipazione al suo governo da parte di docenti, educatori, personale ausiliario, tecnico e amministrativo, genitori e studenti; rilancia ed amplia i poteri degli organi collegiali.
È sempre tesa al miglioramento della scuola pubblica, tramite l’obbligo per gli insegnanti alla formazione e all’aggiornamento ed una costante e trasparente autovalutazione delle scuole a partire dall’ascolto degli alunni e dei loro genitori e con il contributo di figure professionali esterne.
Finalità: le legge prevede l’acquisizione consapevole dei saperi, nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, tramite alternanza di lezioni frontali, attività laboratoriali, lavoro individuale e cooperativo, con un’attenzione costante all’interazione interculturale.
Risorse: è necessario il 6% del Pil, perché il 6% è la media europea e nulla di più, mentre noi oggi siamo al penultimo posto per la spesa per l’istruzione; se ce la fanno Paesi ben più poveri del nostro, non si capisce perché noi destiniamo così poco al futuro dei nostri ragazzi (e quindi della nostra società).
Risorse, quindi, per: l’obbligatorietà dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia e l’estensione dell’obbligo scolastico a 18 anni. Classi di 22 alunni, il ripristino del modulo e del tempo pieno nella scuola primaria e prolungato nella secondaria di primo grado; perché per fare una buona scuola, sono necessari necessario tempo ed attenzione verso ogni ragazza/o. Dotazioni organiche aggiuntive stabili e adeguate per il sostegno, l’integrazione, la lotta alla dispersione e al disagio.
La legge, inoltre, pensa a una scuola che in nome della continuità didattica dei docenti e della qualità del sistema educativo affronta la questione del precariato, con l’obbligo di assunzione a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti. Una scuola secondaria di secondo grado con un biennio unitario e un triennio di specializzazione che rimanda la scelta delle proprie attitudini a 16 anni (e non a 13 come accade oggi, disorientando le scelte) e che fino a quell’età offre a tutti i suoi cittadini l’opportunità di “assaggiare” tutti gli ingredienti necessari per una buona riuscita nella vita, che sa vedere oltre la necessità del mercato del lavoro, e antepone ad esso lo sviluppo delle capacità critiche di ogni individuo.
E ancora: un piano straordinario di edilizia scolastica che metta in sicurezza le scuole esistenti e progetti nuove scuole: sicure, salubri, accoglienti, belle ed ecologiche.
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