Lo sciopero di Unicobas, USB, Anief e Autoconvocati, il 24 aprile; le tre date dello sciopero Invalsi dei Cobas; e l’appena proclamato sciopero di Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda, Cobas per il 5 maggio sono gli appuntamenti fissati per la mobilitazione. Continuo a credere che un passo indietro da parte di tutti per arrivare ad uno sciopero realmente rappresentativo dei lavoratori della scuola e degli studenti e ad una piattaforma integralmente condivisa con pochi imprescindibili punti (blocco del Ddl, assunzioni immediate per precari, 6% del Pil all’istruzione) avesse potuto rappresentare la risposta più adeguata ad un attacco epocale alla scuola pubblica italiana.
– Articolo di Marina Boscaino pubblicato sul Blog de Il Fatto quotidiano, 18 aprile 2015 –
Rischiamo moltissimo. Rischiano i docenti nuovi assunti: demansionati o no, a seconda dei capricci del ds reclutatore; vincolati a contratti triennali, dopo i quali torneranno nella centrifuga – il frullatore, come lo chiama il mio amico Carlo Salmaso– degli albi regionali: nuovo giro, nuova corsa. Rischiano i docenti di ruolo, anche i più anziani. A regime, anche loro potranno essere trattenuti in cattedra o destinati – dal ds capriccioso-creativo-autoritario – ad una delle 13 mansioni dell’organico dell’autonomia. Anche loro nel frullatore, se perderanno posto o chiederanno trasferimento. Da dove verranno pescati da quel preside che li guarderà con benevolenza e deciderà di chiamarli (evitando di evocare prevedibili ed italianissimi scenari da “inciucio”). Dall’albo tutti a scodinzolare, come cagnolini fedeli, per essere reclutati dalla “squadra” migliore; magari messi su cattedra, invece che obbligati a svolgere compiti da tuttofare tappabuchi.