Care/i amiche/i della Lipscuola,
domenica scorsa, come sapete, si è svolta la nostra assemblea: un momento importante, dopo la registrazione e la presa d’atto del fallimento della raccolta delle firme per la Legge di iniziativa Popolare Per la Scuola della Costituzione, che segue peraltro quello della raccolta firme referendaria: fallimenti che – oltre alla nostra responsabilità – evidenziano la scarsa partecipazione proprio dei docenti. Nelle scuole, infatti, le firme raccolte sono state pochissime. Un momento utile per riguardarci negli occhi e cercare – insieme – di comprendere se vi siano le possibilità per continuare un percorso. Un momento necessario, considerando che ci ha consentito, oltre al riconoscimento e alla valutazione dei nostri errori, anche di porre la nostra attenzione su alcuni elementi, che proponiamo alla attenzione e alla discussione collettiva, al fine di giungere ad un comune impegno.
Continuiamo a credere fondamentale la funzione della LIP, sia come progetto sia come gruppo aperto ai contributi di tutti, basato sulla condivisione ed interpretazione intransigente dei principi costituzionali e sulla volontà di apertura, inclusione, dialogo con tutte/i coloro che vorranno partecipare. Pertanto pensiamo che sia importante portare avanti oggi – tra gli elementi identitari che ne hanno caratterizzato storia ed interventi – la difesa della scuola pubblica come organo costituzionale finalizzato alla concretizzazione del principio di uguaglianza e all’emancipazione di tutte/i le/i bambine/i, ragazze/i e studentesse e studenti – italiane/i, migranti; e una radicale interpretazione del principio dell’unitarietà del sistema scolastico nazionale, unico che possa garantire realmente l’eguaglianza effettiva tra individui, zone e condizioni del Paese.
Siamo affezionati all’acronimo Lip e proponiamo di mantenerlo, a dispetto della mancata raccolta firme sul testo della legge di iniziativa popolare, che rimane comunque per noi – attraverso i principi e le modalità che l’hanno costruita – un punto di riferimento fondamentale. Pensiamo che l’organizzazione della Lip possa ridefinirsi come un’associazione, o comunque come un soggetto agile più ampio, aperto a tutte/i i coloro che si riconoscano in queste principali finalità:
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il monitoraggio delle politiche e degli interventi che contravvengano al dettato costituzionale
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la proposta – sulla base di approfondimento ed iniziative – di una caratterizzante attività di pedagogia costituzionale, che ricostituisca il tessuto connettivo di una professione e di una professionalità che paiono aver smarrito questo requisito fondativo, basato sul mandato costituzionale che ciascuno di noi ha: formare cittadini consapevoli.
Per quanto riguarda la strettissima attualità, ci pare che il processo di regionalizzazione dei sistemi scolastici in Veneto, Lombardia, Emilia rappresenti l’esito ultimo e drammatico di un percorso inaugurato da decenni, e che ha visto, in una erronea interpretazione del principio di autonomia costituzionalmente determinato, l’ autonomia scolastica – così come essa si è concretizzata in una logica mercantile e aziendalistica – grimaldello fondamentale per scardinare l’unitarietà del sistema scolastico nazionale.
Pertanto:
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siamo fermamente contrari al pdl su regionalizzazione dell’istruzione che, assieme all’unitarietà del sistema scolastico nazionale, cancella il principio di pari opportunità ed eguaglianza per gli studenti del nostro Paese;
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non accetteremo di dichiararci insegnanti regionali, continuando a restare fedeli al secondo comma dell’art. 33 della Costituzione; noi siamo e resteremo insegnanti della Repubblica italiana.
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chiediamo a tutte/i di fare fronte comune per una battaglia incisiva che annulli questo pericolo, mirando ad una riappropriazione da parte dei docenti di una precisa identità politico-culturale, che trovi le proprie radici e il proprio mandato nella Costituzione repubblicana antifascista.
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Poiché la Costituzione italiana è fondata sull’antifascismo, riteniamo che ogni attacco ai principi fondamentali della Costituzione venga meno a questo valore cardinale. Pertanto la necessità di riappropriarci di quel mandato deve essere interpretata anche alla luce dei recenti episodi di discriminazione xenofobica e omofobica nel nostro Paese.
Aderiamo alla manifestazione antirazzista di Roma del prossimo 10 novembre,
In questo contesto aderiamo all’appello Saltamuri e conseguentemente ci impegneremo con iniziative nelle scuole dal 10 al 17 dicembre 2018.
Ci faremo promotori di un convegno sulla professionalità dei docenti e sulla responsabilità che tutti noi crediamo di dover assumere rispetto alla deriva di civiltà che il nostro Paese sembra avere imboccato. La riflessione sulle insufficienti raccolte firme e sulla condizione di generale acquiescenza alle politiche scolastiche che i vari governi stanno imponendo alla scuola italiana meritano riflessione: sembra che gli insegnanti stiano rischiando di abdicare, coscientemente o meno, alla propria funzione di trasmissione dei valori costituzionali e di membri di una comunità intellettuale orientata dalla e alla libertà di insegnamento, lasciando troppo spesso posto alla condiscendenza e trasmissione acritica di valori e pratiche di volta in volta dominanti.
Desideriamo condividere questo nostro progetto con singole/i e gruppi delle più varie appartenenze politiche, sindacali, di movimento, purché accolgano e interpretino i principi costituzionali. Siamo fermamente convinti che il “metodo Lip” sia una pratica democratica che garantisca realmente inclusione, democrazia, condivisione. In questo senso non smetteremo di cercare un’interlocuzione positiva e fattiva con tutti i soggetti che si impegnano per la Scuola della Repubblica.
Fateci sapere cosa ne pensate!
#megliolalip!
FB: adottalaLip
4 comments found
Luigi Proia
Non mollare!
Marco
Meglio di no.
Margherita Giannilivigni
Concordo su tutti i punti, ma temo che prevalga in questo momento un certo conformismo rinunciatario da una parte maggioritaria delle/dei docenti, pertanto non sono ottimista per il futuro. Mancano lo scatto di orogoglio e il desiderio di non adeguarsi per quieto vivere, vedo troppo individualismo e apatia intorno. Sull’ipotesi di regionalizzazione dell’istruzione dovremmo scendere in piazza, insieme a tutte le forze autenticamente democratiche, perché si mira a dividere il Paese, aumentando le disuguaglianze, la frammentazione, le differenze di risorse ed opportunità, contro i principi espressi nella Costituzione.
Gina
Condivido pienamente!
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