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Alla VII Commissione della Camera dei Deputati

Alla VII Commissione del Senato della Repubblica

e, p. c.,

Ai Presidenti di Camera e Senato

Al Ministro dell’Istruzione

Al Presidente del Consiglio

Renzi (apparentemente) tace. Ma l’arroganza del Governo è rimasta intatta. Lo testimoniano le procedure applicate ai decreti legislativi previsti dalla legge 107, che già da sola ha devastato la Scuola della Costituzione, presentati senza alcun controllo democratico: nessun confronto con il mondo della scuola, con le associazioni, le forze politiche, i sindacati.

Il governo ha scelto piuttosto di forzare lo spirito dell’articolo 76 della Carta, che assegna all’Esecutivo la delega legislativa con un tempo limitato, e di usare un espediente della legge 107 per prorogare i termini di scadenza dell’esercizio della delega stessa.

Il governo ha messo le Commissioni parlamentari nell’impossibilità di rendere pareri ponderati, dovendosi esprimere in pochissimo tempo su ben otto provvedimenti, ciascuno riguardante materie delicate e complesse. Un film già visto, considerato il modo in cui nel 2015 passò, a dispetto dell’avversione del mondo della scuola e di uno sciopero straordinario, la cosiddetta Buona Scuola.

Questa situazione mina la credibilità del lavoro delle Commissioni permanenti di Camera e Senato e rende del tutto inutili le audizioni in Commissione, che, a causa appunto dei tempi ristretti, non potranno durare più di due minuti per ciascun soggetto.

Il tempo dell’attesa, dell’ascolto, della negoziazione, della condivisione è scaduto da molto; non intendiamo legittimare un modo di procedere così profondamente antidemocratico ed autoritario. Pertanto non parteciperemo alle audizioni presso le Commissioni di un Parlamento che speriamo prima o poi ricordi qual è la sua funzione nell’architettura istituzionale della Repubblica. Quello che non è stato fatto in 18 mesi non può essere sanato in poche ore di “gioco delle parti” ad uso del ripristino apparente di una interlocuzione solo di facciata. La democrazia è ben altro dallo stucchevole esercizio di autoritarismo venato di sprazzi estemporanei di falso contraddittorio.

La democrazia è cosa seria, come serio ed intransigente il nostro rifiuto di avallare la politica di annientamento della scuola della Costituzione, che anche queste pericolosissime deleghe perseguono. Per tali provvedimenti esigiamo – tutti insieme e convintamente – un unico atto: il ritiro.

25 gennaio 2017

Comitato nazionale Lip per la Scuola della Costituzione

Partigiani della Scuola Pubblica

Coordinamento Nazionale per la Scuola della Costituzione

Manifesto dei 500

Lavoratori autoconvocati delle scuole di Roma e Lazio

Illumin’Italia

CISP

ASFERI Comitato Scuola della Repubblica di Bari

Comitato Scuola della Repubblica di Padova

Comitato Scuola della Repubblica di Lamezia Terme

AISW Piemonte e Valle d’Aosta

Associazione 20 novembre 1989

Retescuola