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Comunicato stampa: puntata Presa Diretta sulla Scuola

“Per la Scuola della Repubblica”
Soggetto qualificato alla formazione Decreto MIUR 5.7.2013
Tel. 06 3337437 –– telefax 06 3723742
Via Oslavia 39 F –  Roma
e-mail scuolarep@tin.it
sito www.scuolaecostituzione.it

La reazione scomposta al programma Presa Diretta di Riccardo Iacona (Rai3, 8 febbraio) denuncia una visione proprietaria degli spazi pubblici da parte del PD e del governo. Nel profluvio di tweet, dichiarazioni, comunicati stampa si legge la stessa proterva convinzione espressa tante volte dal premier: “Ascolto tutti, ma decido io”. In questo caso il semplice ascolto dei fatti – per una volta reale e non fittizio, perché libero da censure ed aperto a quanto la scuola reale pensa concretamente del progetto di scuola di Renzi, del Governo e del PD (in una curiosa e pericolosa omologazione) – ha scatenato invettive ed accuse di ogni tipo.

Ricordiamo che il programma di Iacona ha dato anche voce ad una legge d’iniziativa popolare, oggi tradotta in un disegno di legge depositato alla Camera e al Senato e firmato da ben 33 parlamentari di tutte le forze politiche, che rappresenta la volontà e il progetto di scuola di centinaia di migliaia di docenti, studenti e genitori. Un disegno di legge accompagnato da un’opera di reale condivisione e  da un consenso diffuso, che il Governo – padrone incontrastato di tutti i media – ha intenzionalmente ignorato per mesi. Come le centinaia di delibere di collegi docente pervenute al Miur e contrarie alla Buona Scuola, di cui non si è mai avuta notizia ufficiale.

Le seduzioni di una modernità di maniera, ammantata di demagogia e autoritarismo, non incantano chi nella scuola vive e lavora: esse nascondono la volontà di ripristinare un modello arcaico di scuola – la scuola di classe – dirigista, autoritaria e meritocratica nel senso più retrivo del termine;  in cui i privati – oggi i genitori, domani imprese ed aziende – solleveranno lo Stato da uno degli obblighi che la Costituzione le attribuisce ed allontaneranno la scuola statale dal suo ruolo di “organo costituzionale” (così era definita da Piero Calamandrei) preposto a garantire innanzitutto, nell’interesse generale, il principio di uguaglianza. Limitando lo spazio del principio della libertà di insegnamento e, al tempo stesso, potenzialmente, la laicità di questa istituzione dello Stato.  Riducendo drasticamente il diritto allo studio e appiattendo l’apprendimento degli studenti sui dettami del Pensiero Unico “invalsizzato” e acritico.

Il Comitato per la Riproposizione della Legge di Iniziativa Popolare per “una buona scuola per la Repubblica”  ringrazia Riccardo Iacona e la sua redazione che, facendo semplicemente il proprio lavoro di giornalisti liberi e informati, hanno presentato i fatti e consentito questo raro (e, temiamo, unico) momento di ascolto reale della scuola e delle condizioni in cui versa.

Il Comitato nazionale a sostegno della

Legge di iniziativa popolare “per una buona scuola della Repubblica”

Per notizie e approfondimenti: www.lipscuola.it

4 comments found

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    paolo romandini

    Condivido e diffondo visto che, anche se siamo nella moderna e civile Italia, va tutelata la libertà d’informazione dall’arroganza del potere…

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    admin

    grazie!

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    ins.te C. Marino

    Approvo e condivido!

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    Ginesu Bianca

    Da troppo tempo chi non “vive” la scuola prende decisioni in merito. Decisioni inadeguate . Faccio parte del copdus (Coordinamento provinciale Docenti Utilizzati Sassari) e sono una Docente idonea ad altri compiti. Grazie alla lotta continua operata soprattutto da 4 anni a questa parte,mirata a contrastare i diktat ministeriali che vorrebbero eliminare la nostra figura all’interno delle scuole, noi docenti cosiddetti “inidonei” siamo ancora al nostro posto (biblioteche, laboratori, supporto al pof e alla didattica) sebbene penda ancora su di noi l’incubo della mobilità coatta verso altri ministeri , con probabile e conseguente rischio di una successiva risoluzione del rapporto di lavoro. Abbiamo coniato un motto “Non smettiamo di farci sentire” e se ancora la nostra voce è alta, malgrado le nostre patologie, ancor più alta deve essere quella di tutti gli altri operatori del panorama scolastico: personale ATA, tecnici, docenti etc. Ricordiamo che l’unione fa la forza e che la fusione delle nostre forze, unitamente al vigore della nostra cultura, può sconfiggere chi vuole annientare la scuola pubblica.

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