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“Io credo che dopo aver vinto il referendum del 4 dicembre, non ci possa bastare che la nostra Costituzione sia sopravvissuta; dobbiamo lottare perché ora viva per davvero. Perché in tante parti, e dopo tanti anni, non è ancora veramente attuata, anzi…

Come per la scuola, a cui gli articoli 3, 33 e 34 affidano il compito più importante per la formazione dei nostri ragazzi, di TUTTI i ragazzi: rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Ed in che modo? Istituendo scuole pubbliche gratuite di ogni ordine e grado, dove l’insegnamento sia libero.
Dunque una scuola pubblica, inclusiva, gratuita, egualitaria, adeguatamente sostenuta, in grado di assicurare ad ogni giovane cittadino, da Sondrio a Canicattì, le medesime opportunità; il luogo dell’emancipazione umana, del sapere critico e della libertà di pensiero.

A partire dagli anni Sessanta furono fatti significativi passi avanti per rendere concreti questi principi. Solo per ricordarne alcuni: la scuola media unica, la scolarizzazione di massa, l’integrazione dei ragazzi disabili, il tempo pieno, la partecipazione democratica dei genitori.

Ma a partire dagli anni 90, con i governi di qualsiasi colore, la situazione ha cominciato a capovolgersi: alla scuola sono state continuamente e progressivamente sottratte sempre più risorse, mascherando queste operazioni di cassa con mirabolanti “riforme”: alla legge di parità che, alla faccia del “senza oneri per lo Stato”, ha cominciato ad elargire sempre più soldi alle scuole private, sono seguite la riforma Moratti, la Gelmini, fino alla chiusura del cerchio con la “Buona scuola” renziana.

Risultato? le scuole dell’infanzia pubbliche via via sostituite da quelle confessionali o svendute alle cooperative. Classi sempre più affollate, meno ore di insegnamento, risorse insufficienti per il sostegno e per l’alfabetizzazione dei bambini stranieri, il Dirigente-re, la libertà d’insegnamento sempre meno libera, il falso mito di un’abnorme ed insostenibile alternanza scuola/lavoro che sottrae cultura ai giovani per renderli spesso manodopera gratuita in sostituzione di posti di lavoro.
La scuola pubblica oggi non è più né egualitaria né gratuita, ma la pagano i genitori con i contributi che di “volontario” non hanno nulla e che differenzieranno sempre più le scuole tra le poche di serie A dei quartieri bene e le tante di serie Z delle periferie povere. Nella sostanza, un ritorno alla scuola classista denunciata tanti anni fa da don Milani.
E mi fermo qui, ma purtroppo potrei andare avanti a lungo.

A fronte di tutto questo cosa possiamo fare noi?

Già nel 2006, quando credemmo ingenuamente di aver già toccato il fondo con la Moratti, il forte movimento che si sviluppò riuscì ad unire alla protesta anche una proposta del tutto alternativa. Così migliaia di insegnanti, studenti, genitori discussero a lungo, fino ad elaborare una proposta di legge di iniziativa popolare chiamata “Per una buona scuola della Repubblica” con la convinzione che questo, partecipato e condiviso, debba essere il metodo da seguire per avviare un vero cambiamento; un metodo che è sempre mancato nell’intervenire sulla scuola.

Quella legge raccolse 100.000 firme quando ne sarebbero bastate la metà, ma non entrò mai nel dibattito parlamentare.
L’idea di riproporne i contenuti, completamente antitetici a quelli della scuola renziana, partì proprio da Bologna e divenne subito la bandiera del movimento di opposizione alla “Buona scuola”, con l’hastag, “megliolalip” nelle piazze e sui social.
Ora quella legge è stata ripresa ed aggiornata per contrastare anche tutto il peggio seguito alla Moratti e depositata venerdì scorso in Cassazione con la denominazione “Per la scuola della Costituzione” .

Vi invito a leggerla integralmente sul sito lipscuola perché è bellissima, ha un linguaggio chiaro, rispettoso delle differenze di genere e senza riferimenti di tipo aziendalista, che è nostra convinzione debbano rimanere estranei al mondo della scuola
Ha come riferimento potente e portante gli articoli della Costituzione che ricordavo all’inizio.
Anche qui solo per accenni e alla rinfusa: scuole pubbliche dell’infanzia per tutti.
Un piano straordinario che metta in sicurezza tutte le scuole. Più istruzione con l’innalzamento dell’obbligo a 18 anni. Classi di 22 alunni. Abolizione dei voti alla primaria e ripristino del modulo e del tempo pieno. Alle superiori un biennio unitario che rimandi la scelta delle proprie attitudini a 16 e non a 13 anni come oggi, e che è una delle cause dell’abbandono scolastico. Organici aggiuntivi adeguati per il sostegno, l’integrazione, la lotta alla dispersione. Tutte le risorse per la scuola pubblica e nessuna a quelle private. Laicità: l’insegnamento della religione cattolica collocato in orario extracurricolare e il divieto di funzioni religiose nelle scuole. Abolizione dei test invalsi che “crocetizzano” l’insegnamento. Ampliamento dei poteri degli organi collegiali per una vera democratizzazione.

Ma per fare tutto questo occorrono risorse adeguate e quindi la richiesta che alla scuola venga destinato quello che fanno tutti gli altri Paesi, e cioè non un euro in più della media europea del 6 per cento del pil, mentre oggi siamo i penultimi al 3,8 ed è gia previsto di arrivare ultimi al 3,5.

Abbiamo l’intenzione di raccogliere nuovamente le firme su questa rinnovata Lip, per farla conoscere e per darle forza. E congiuntamente al Coordinamento per la democrazia costituzionale le raccoglieremo insieme ad un’altra proposta di legge che richiede la modifica del famigerato art.81, quello dettatoci dall’Europa, quello che ci incatena al pareggio di bilancio, quello che costringe a sottrarre risorse alla scuola, alla sanità, al welfare, allo sviluppo.

Chiediamo a tutti voi, se la condividerete, di aiutarci a far conoscere la Lip e a raccogliere le firme necessarie per farla arrivare in Parlamento. E chiediamo a chi sará eletto alle prossime elezioni nelle liste, auspicabilmente IN UNA LISTA unitaria di sinistra, di impegnarsi a portarla e sostenerla nel dibattito parlamentare affinché possa finalmente realizzarsi non la falsa e ingannevole buona scuola, ma la meravigliosa scuola immaginata dalla nostra meravigliosa Costituzione”.