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Saluto e ringrazio i rappresentanti dei comitati per la LIP scuola, impegnati in tutta Italia in questa battaglia a sostegno della una legge di iniziativa popolare per la difesa della scuola della Costituzione. Io faccio parte del comitato LIP di Pavia, ma non sono qui a parlarvi di quanto sia importante la LIP né di quanto sia importante raccogliere le firme.

Sono qui a testimoniare il valore simbolico che la LIP può avere per il nostro Paese.

In queste elezioni, sostengo la lista Liberi e Uguali, ed è in questa veste che vi parlo. So benissimo che nel gruppo LIP ci sono altri che hanno fatto scelte differenti, e rispetto questa scelta, che è sicuramente una scelta meditata e di impegno.
Eppure, nonostante queste differenze, oggi siamo tutti riuniti qui perché siamo stati capaci di trovare un punto di incontro su di un progetto politico che parte da una idea precisa di scuola, quella che deve consentire di rimuovere le disuguaglianze fra gli individui, dando loro le opportunità di crescere come cittadini liberi e consapevoli, in uno stato libero e democratico.

Voglio perciò riflettere su come la LIP abbia compiuto un piccolo – ma importante- miracolo politico.

Ad un certo punto nel comitato di Pavia, ma credo sia successo anche in altri comitati di altre province, ci siamo resi conto che pur aderendo a movimenti o partiti politici diversi, condividevamo lo stesso giudizio sulla politica che negli ultimi 20 anni ha quasi demolito la scuola nella quale siamo cresciuti, quella scuola che è stata sicuramente, in questi 70 anni, un baluardo a difesa della democrazia, uno dei pilastri della società disegnata nella nostra Costituzione.

Ci siamo quindi chiesti: perché la LIP non può diventare, oltre che importante momento di mobilitazione e di presa di coscienza nelle scuole, e anche fuori da esse, anche un importante momento di riavvicinamento fra la politica dei partiti e quella che viene, spesso irriverentemente, definita “la società civile”?

Perché non possono esserci forze politiche che di questo progetto ne fanno una base programmatica e s’impegnano per portarla in Parlamento?

Nel nostro comitato locale abbiamo cominciato a lavorare in questa direzione, e siamo arrivati, nel novembre del 2017, ad organizzare un riuscito convegno, a Pavia, in cui quattro forze politiche, presenti con relatori di rilievo nazionale e responsabili proprio delle politiche della scuola per le rispettive forze di appartenenza, Giovanna Capelli, per PRC, Eleonora Cimbro, per MDP, Eulalia Grillo per Possibile, Alessia Petraglia per SI, hanno discusso della proposta della LIP insieme a Marina Boscaino, e hanno convenuto che la LIP rappresentava una buona risposta alle politiche che si sono abbattute sulla scuola negli ultimi 20 anni. In particolare mi piace spesso ricordare come l’On. Cimbro, in quell’occasione, ha definito la LIP: un bell’esempio della politica che nasce dal basso e si confronta con le istituzioni.

Da quel novembre, nonostante siano passati meno di tre mesi, sono successe tante cose: abbiamo visto un parziale fallimento di un tentativo di percorso unitario per la nascita di un unico soggetto a sinistra, che a tutt’oggi vede, purtroppo, schierate due liste alle elezioni; abbiamo visto, anzi stiamo vedendo, l’avanzare di una destra pericolosa che rischia di minare la nostra stessa democrazia, e abbiamo visto continuare gli effetti della 107 nelle scuole, la proposta dei licei di 4 anni e dei telefonini in classe.

In tutto questo però la LIP ha continuato il suo percorso, come se fosse dotata di una sua autonoma capacità di far breccia nelle menti. Molte delle sue proposte sono ritrovabili nei programmi delle forze politiche che si oppongono, pur se da posizioni a volte anche molto diverse, alla politica sin qui praticata. Fa piacere vedere che molti contenuti della LIP siano presenti nel programma del Movimento 5 stelle, e che molti di coloro che fanno parte di comitati LIP in varie città italiane si siano candidati con quel movimento.

La LIP è anche presente come elemento comune nelle due formazioni che si presentano a sinistra del PD.

La LIP è stata adottata anche da Potere al Popolo, e questo è sicuramente un altro elemento positivo

La LIP è anche un elemento altrettanto importante del programma di Liberi e Uguali, insieme ad altre proposte, come l’abolizione della legge 107 e di tutti gli altri provvedimenti che ne hanno preparato la strada. Il nostro programma converge su tanti aspetti con la LIP, anzi la indica esplicitamente come la base di una riforma della scuola.

Nel programma di LeU giudichiamo totalmente sbagliato, da rivedere completamente, il modo in cui è stata formulata l’alternanza scuola lavoro, e riteniamo che, anche su questo punto, la nuova formulazione dell’articolo 36 della LIP rappresenti un ottimo equilibrio.

Vogliamo una scuola che sia per una vera inclusione, una scuola per la quale il tempo venga prolungato, e non a scapito del contratto dei lavoratori della scuola, ma potenziando gli organici in proporzione, cioè esattamente il contrario di quello che fu fatto con i tagli lineari del ministro Tremonti e con la riforma Gelmini. Altro che introdurre i licei di quattro anni!

Vogliamo, una scuola in cui la valutazione non serva per dare bonus ai cosiddetti docenti meritevoli o premiare le scuole che già sono avvantaggiate, ma serva per individuare le situazioni in cui lo Stato deve intervenire con maggiori risorse economiche, per ripianare e non accentuare le differenze dettate dalla dislocazione geografica o dal censo degli studenti frequentanti.

Vogliamo che venga investita una quota maggiore di PIL nell’istruzione, perché oggi siamo fanalino di coda in Europa, e perché vogliamo progressivamente arrivare ad un percorso scolastico che sia realmente gratuito, che possa consentire a tutti di accedere ai più alti livelli di istruzione. Ecco perché abbiamo iniziato proprio dalla richiesta di eliminare le tasse universitarie: uno Stato giusto, moderno e lungimirante deve investire per sviluppare la cultura, per avere cittadini preparati e capaci di partecipare attivamente alla crescita morale e materiale del paese. E anche volendo restare ad un semplice discorso economicista, deve investire sul proprio capitale umano per poter restare a galla in un mercato globale sempre più competitivo. Per questo deve finanziare scuole e università, non lasciarle appannaggio di chi può permettersele

E questo non lo dice solamente uno sconosciuto portavoce di un minuscolo comitato pavese qual sono io. È anche il pensiero di tutti gli altri nostri compagni in LeU che hanno prodotto quel bellissimo programma che è possibile consultare sul sito di Leu.

Ecco quindi il senso di questo piccolo ma importante miracolo reso possibile dalla LIP. Il fatto che un gruppo, man mano sempre più grande, di insegnanti, e poi anche genitori e studenti, abbia cominciato a sognare una scuola diversa, ha dato vita ad un progetto concreto, una proposta di legge, reale, razionale, valida, che ha saputo parlare alla politica, perlomeno a quelle forze che non si rassegnano all’idea che il mondo debba essere governato da logiche di mercato, a quelle forze che ancora pensano che al centro della politica ci debbano stare le persone e non i capitali.

La mia speranza, come rappresentante di Leu, è che alle prossime elezioni siano tanti i parlamentari di queste forze politiche, che, pur essendo in competizione fra loro, non sono forze nemiche. La convergenza sulla LIP è una importante dimostrazione che si può lavorare insieme su obiettivi concreti. E ovviamente spero che sappiano sostenerla in parlamento.

Chiaramente questo non significa assolutamente smobilitare e aspettare che le forze politiche che sostengono la LIP la presentino direttamente in Parlamento.

È proprio il contrario: la forza della LIP sta nel suo essere proposta di popolo, e come tale deve arrivare, sostenuta da decine di migliaia di firme, raccolte nelle piazze, davanti alle scuole, in ogni
luogo in cui un comitato LIP sia presente. Sarà questa rappresentatività a dare ai parlamentari la forza per poter invertire la politica di destra che ha devastato la scuola italiana in questi anni.

Spero che il modello LIP, possa ispirare anche altre realtà, e finalmente vedere un attivo ritorno del popolo alla partecipazione democratica, e i partiti tornare ad essere quello per cui sono nati: elemento di rappresentanza e di sintesi della volontà popolare.

Non mi resta che augurarvi, anzi, augurarci, buon lavoro: ci aspettano migliaia di firme e decine di iniziative.