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MBoscaino

articolo tratto da IL FATTO QUOTIDIANO

di MARINA BOSCAINO

Dopo lo spostamento da venerdì scorso ad oggi del Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto varare il decreto legge e il ddl per riformare la scuola italiana, sulla scia delle indicazioni del documento “La Buona Scuola”, ecco un altro clamoroso cambiamento di rotta: non ci sarà un decreto legge, ma solo un disegno di legge, per il quale – però – il governo chiede tempi certi di approvazione. Il premier avrebbe spiegato che l’Esecutivo vuole dare un messaggio al Parlamento e coinvolgere le opposizioni nello spirito delle dichiarazioni del presidente della Repubblica.

Ma è una spiegazione che non convince, considerato anche il modo di procedere per il Jobs Act e altri esempi della “velocità” (autoritaria) del governo; l’aria è cambiata da quando il presidente Boldrini ha puntato i piedi rispetto ad un possibile decreto sulla Rai (richiamando l’assenza dei requisiti di necessità ed urgenza) e – soprattutto – dall’elezione del Presidente Mattarella. Al quale, peraltro, il Comitato a sostegno della Legge di iniziativa popolare Per la Buona scuola per la Repubblica aveva 3 settimane fa inviato un appello relativo ai rischi e agli abusi di una eventuale decretazione di urgenza in materia scolastica.
Che la confusione ed il disorientamento regnassero sovrani si era compreso: le dichiarazioni della Quadruplice (Renzi-Giannini-Faraone-Puglisi) dopo la kermesse di domenica scorsa, negli ultimi giorni sono state tutte rigorosamente contrastanti le une con le altre. Basti pensare che solo una settimana fa la senatrice Puglisi, in un’assemblea al Sabin di Bologna, aveva affermato con passione e assenza di buon gusto la decretazione d’urgenza su “assunzioni, organico aggiuntivo di 2-5 insegnanti in più per scuola, trasformazione di parte degli scatti di anzianità in merito (tramite crediti formativi) per tutti i docenti, valutazione del personale e delle scuole, educazione degli adulti, alternanza scuola lavoro, curriculum personalizzato”. Tutti temi evidentemente – tranne il primo – privi dei requisiti di necessità e urgenza. E che dichiarazioni di un immediato decreto (dai contorni più fluttuanti) erano state fatte da Giannini a “Radio Anch’’io” giovedì mattina. E che nella giornata di domenica si è parlato insistentemente di un decreto legge contenente stabilizzazione dei precari e merito/carriera degli insegnanti.

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