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Se la buona tv smaschera la “Buona Scuola”

di Marina Boscaino

Mai reazioni più sgraziate e scomposte. Effettivamente abbiamo colpito nel segno. Iacona e i suoi hanno colpito nel segno. La scuola pubblica che rivendica la sua dignità di istituzione dello Stato ha colpito nel segno.

È clamoroso che – a fronte di un monopolio pressoché totale dei mezzi di informazione, tale da far impallidire persino Berlusconi, al cospetto – Renzi e i suoi yes women and men abbiano reagito tanto violentemente e istericamente. La trasmissione Presa Diretta domenica sera ha rappresentato uno dei rari momenti di tv dell’ultimo anno in cui non si sia rispettato il sedicente “senso di responsabilità” che il Rottamator dei rottamatori – Matteo Renzi – chiede (o meglio impone) per procedere senza intralci con le riforme che da 20 anni nessuno ha avuto il coraggio di fare (leggi: tentando una “deriva autoritaria”, proprio come ha sottolineato uno che se ne intende, Silvio Berlusconi).

Sta di fatto che non ci sono state ragioni. Le obiezioni al piano La Buona Scuola sono state inutili. Convenzioni con catene di supermercati per invogliare le famiglie a fare la spesa per raccogliere bollini da trasformare in dotazioni multimediali per le scuole. «I supermercati che mettono le mani sulle scuole: è giusto?», il quesito in questo caso.

Di quesiti ne sono stati posti tanti dalla trasmissione di Iacona. Davanti alla critica documentata di una scuola pubblica che non svolgerà più il ruolo di garante del principio di uguaglianza; che, quando va avanti, lo fa con le risorse dei privati, cioè delle famiglie (per ora), per poi in futuro includere soggetti esterni, che andranno a violare la libertà di insegnamento e lo stesso principio di unitarietà del sistema nazionale; che non garantisce il diritto allo studio, all’apprendimento e alla sicurezza degli studenti; davanti alla presenza di un disegno di legge (la Lipscuola) in Parlamento in Senato, che il governo si ostina ad ignorare (dicendo “ascolto”, ma poi decidendo in totale autoreferenziale solitudine su un sistema scolastico che riguarda direttamente almeno 20 milioni di individui); davanti alla dismissione, in sostanza, della scuola della Costituzione che stanno tentando di imporre al Paese, invece di fermarsi e riflettere, hanno iniziato a twittare convulsamente e a rilasciare dichiarazioni decisamente surreali; con la novità che una voce anonima ha esternato persino il punto di vista del Miur, associandosi ai cinguettii.

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