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Negli ultimi dodici mesi, dopo la straordinaria mobilitazione contro la legge 107, siamo stati tra i principali promotori di un percorso di partecipazione democratica che ha portato alla presentazione dei quesiti referendari contro la cattiva scuola di Renzi. Abbiamo contribuito alla costruzione dei comitati locali e ci siamo impegnati con la presenza ai banchetti per la raccolta delle firme.

In molti territori siamo stati determinanti nella costruzione dei comitati e nel positivo risultato della raccolta di più di 500 mila firme.

Sono state, queste, occasioni irripetibili per intrecciare relazioni, misurarsi con difficoltà sempre diverse e imparare a comunicare il nostro punto di vista a tantissime persone, superando diffidenze e acquisendo consensi. Abbiamo, insomma, accumulato un patrimonio di esperienze che non vogliamo disperdere ma che, anzi, intendiamo mettere a disposizione dei moltissimi soggetti, individuali e collettivi, con i quali vogliamo condividere la battaglia per la difesa della nostra Costituzione.

Nel nostro agire quotidiano in difesa della scuola pubblica siamo sempre stati guidati da un fermo ancoraggio ai principi costituzionali. Proprio per questo non possiamo restare indifferenti di fronte allo scempio che della Costituzione fa la legge che verrà sottoposta a referendum in autunno.

La logica che ha ispirato questa sciagurata legge è la stessa della legge 107 e delle leggi sul lavoro: lo svuotamento di ogni istanza democratica e il ridisegno dell’assetto delle istituzioni fondamentali, dal Parlamento alla Scuola, e dell’organizzazione della società in un’ottica neo-autoritaria.

In molti territori i comitati promotori del referendum per la scuola pubblica sono già in campo attivamente nella campagna referendaria costituzionale in continuità con la campagna degli ultimi mesi.

Per queste ragioni come ComitatI LIP-Scuola aderiamo convintamente al Comitato per il no nel referendum alle modifiche costituzionali.

Comitato nazionale Legge di iniziativa popolare “per una Buona Scuola per la Repubblica”.

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    Antonino DONATO

    C’è in corso ormai da anni un attacco alle istituzioni e a tutto ciò che è pubblico. I politici al governo sono dei semplici esecutori che ubbidiscono alle direttive emmesse dai poteri forti della finanza, della massoneria e delle multinazionali. Il loro fine è il Nuovo Ordine Mondiale, al quale Napolitano, il politico più inquietante e responsabile della crisi italiana, ha fatto più volte riferimento. Questo ordine sarebbe una sorta di governo globale autoritario che livella in basso i diritti di tutti i cittadini. Dobbiamo porre un argine invalicabile a questo progetto, rispondendo con un NO fermo e deciso a tutte quelle riforme, come quella costituzionale Renzi-Boschi-Verdini (il condannato) che vuole cancellare il nostro voto al senato, ma non il senato. Le loro menzogne, che propagandano il taglio dei costi e dei tempi nell’approvazione delle leggi, sono divulgate costantemente e intensamente utlizzando il network pubblico RAI finanziato dai cittadini con il canone obbligatorio, e già c’è quanto basta per indignarsi e protestare a pieno diritto e con determinazione contro questo nuovo corso di sottomissione di massa, che se non verrà fermato porterà il mondo intero indietro di secoli nel campo dei diritti umani.

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